Ti sei chiesto se il CBD è un farmaco o un integratore, ma non hai trovato una risposta soddisfacente?
Sei capitato nel posto giusto: in questo articolo andremo a fare luce su questo tuo dubbio…
Ma prima di entrare nel vivo dell’argomento è necessario fare una piccola premessa:
il CBD (o cannabidiolo), prima di essere un farmaco o un integratore, è un fitocannabinoide, ovvero un composto chimico di origine naturale, racchiuso nella cannabis.
Non è l’unico cannabinoide presente nella pianta di cannabis, anzi, nella marijuana ne sono stati individuati più di 100. Ma il CBD (assieme al THC) è uno dei più importanti, per la sua utilità in ambito medico.
Devi sapere che il cannabidiolo è uno principi attivi più efficaci nella cosiddetta “cannabis terapeutica”, composta da tutte le varianti di cannabis utilizzate per trattare una grande varietà di patologie e disturbi della salute, grazie alle proprietà benefiche dei fitocannabinoidi.
La cannabis terapeutica
Viste le sue proprietà terapeutiche – verificate in centinaia di studi medici internazionali – l’Italia nel 2006 ha permesso l’utilizzo di preparazioni mediche contenenti cannabis, sia di tipo galenico sia di tipo industriale.
Quindi dal 2006, qualsiasi medico (specialista o di base) può prescrivere preparazioni a base di cannabis.
E dal 2016 lo Stato – in applicazione dell’accordo di collaborazione tra il Ministro della salute e il Ministro della difesa, firmato il 18 settembre 2014 – ha avviato la prima produzione italiana di cannabis terapeutica, questa varietà è chiamata Cannabis FM-2.
La Cannabis FM-2 è prodotta dallo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze ed è stata selezionata per avere un bilanciamento ottimale tra i suoi principali cannabinoidi (il THC contenuto oscilla tra 5% – 8% e il CBD tra 7,5% – 12%).
La cannabis terapeutica può essere sfruttata come terapia di rinforzo per il trattamento di specifici sintomi causati da alcune patologie.
Vediamo nel dettaglio quali:
- L’analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore, come la sclerosi multipla o le lesioni del midollo spinale
- L’analgesia nel dolore cronico
- Il trattamento di nausea e vomito causati da chemioterapia, radioterapia e terapie per l’HIV
- L’effetto stimolante dell’appetito in caso di cachessia, anoressia o perdita di appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS
- Il trattamento del glaucoma
- La riduzione di movimenti involontari nella sindrome di Gilles de la Tourette
Uno degli ambiti di studio nel quale la cannabis ha dato buoni riscontri positivi è stato il trattamento del dolore cronico. In uno studio italiano del 2018, su 116 pazienti affetti da varie forme di dolore cronico, è stata somministrata cannabis terapeutica per 6 mesi.
Al termine dell’esperimento vi è stata una generalizzata “riduzione dell’intensità del dolore” per i pazienti. In particolare si è notato che l’utilizzo appropriato di Cannabis FM-2 ha consentito dosaggi minori del farmaco analgesico tradizionale.
Dopo questa doverosa introduzione, torniamo alla domanda iniziale di questo articolo:
Il CBD è un farmaco o un integratore?
Quello che possiamo dire allo stato attuale dei fatti è che in Italia il cannabidiolo è un principio attivo che compone alcuni farmaci, mentre non è ancora stato approvato come integratore alimentare.
Per comprendere meglio questa realtà è bene capire la differenza tra farmaco e integratore.
Il farmaco è una qualsiasi sostanza o associazione di sostanze che possa essere somministrata all’uomo allo scopo di ripristinare, correggere o modificare funzioni fisiologiche, esercitando un’azione farmacologica e curativa.
I farmaci hanno quindi uno scopo terapeutico mirato a curare una determinata alterazione del nostro organismo. Come lo sono quei farmaci che hanno il CBD tra i loro principi attivi, utilizzati per il trattamento delle patologie viste sopra.
A differenza del farmaco, l’integratore alimentare è un prodotto destinato a integrare la nostra dieta, fornendo nutrienti come vitamine, sali minerali, amminoacidi, acidi grassi essenziali, prebiotici, probiotici ed estratti vegetali.
Gli integratori non nascono per essere destinati a soggetti malati, ma vengono usati per prevenire carenze nutrizionali o per mantenere e migliorare il tuo stato fisiologico di salute.
Come già anticipato, nel nostro paese il CBD non è ancora stato approvato come integratore alimentare, poiché in questo ambito si tratta di una molecola ancora in fase di studio.
Ma allora perché posso trovare in commercio prodotti a base di CBD di libera vendita?
In commercio (sia online sia in negozi veri e propri) puoi trovare in vendita prodotti a base di CBD, perché pur non essendo vendibili come integratori alimentari, restano comunque prodotti legalmente commerciabili.
Questo è possibile grazie alla legge n.242 del 2016, che ha deciso di rendere legale la coltivazione e la vendita della cannabis light.
La cannabis light è una varietà specifica di cannabis che ha una concentrazione di THC inferiore allo 0,6%. In questo modo si vanno ad annullare gli effetti psicotropi di questa sostanza.
La cannabis light è invece ricca di CBD, molecola che apporta tutta una serie di vantaggi per la nostra salute. Il cannabidiolo infatti ha proprietà:
- Rilassanti
- Antinfiammatorie e antiossidanti
- Antipsicotiche
- Antiemetiche
- Anticonvulsivanti
Il CBD può avere effetti collaterali?
Abbiamo visto che il consumo di cannabidiolo può apportare molti vantaggi alla nostra salute psicofisica, ma ci potrebbero essere delle problematiche relative al suo consumo?
Se c’è una cosa di cui puoi stare sicuro è che il CBD (nella sua forma pura) non ha effetti collaterali e non causa alcun problema alla salute.
A certificarlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che in un suo noto rapporto afferma questo:
“Negli esseri umani il CBD non mostra alcun effetto indicativo di abuso o dipendenza. E non ci sono prove di problemi di salute pubblica associati all’utilizzo del CBD (in forma pura)”.
Certo è che livelli troppo elevati di CBD possono causare sonnolenza, secchezza delle fauci, bassa pressione sanguigna e stordimento.
Ma qui si tratta di dosi molto al di sopra di quelle consigliate, quindi come suggerisce il buon senso: tutto va fatto con moderazione e senza abusi.
Quale sarà il futuro della cannabis in Italia?
Bella domanda… questo dipende molto dalle scelte politiche, anche se la tendenza degli ultimi decenni nel mondo occidentale è quella di legalizzare la nostra amata pianta.
In ogni caso il mondo della cannabis è in continua evoluzione e crescita, perché sempre più persone si stanno affacciando entusiaste al consumo di weed.
Questo fa nascere sempre più player nel mercato, alcuni dei quali purtroppo ci si buttano soltanto per cavalcare un business, avendo come solo obiettivo il profitto, senza curarsi che il prodotto che stanno vendendo sia 100% naturale e sicuro per le persone.
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