Spieghiamo come funziona la molecola del Tetraidrocannabinolo con parole semplici

Il delta-9-tetraidrocannabinolo ovvero il THC (detto anche delta 9 thc o tetraidrocannabinolo) è una sostanza presente nella Cannabis. Le prime coltivazioni di canapa risalgono a più di 5000 anni fa, probabilmente in Asia Centrale e si pensa che sia arrivata in Europa almeno nel 500 A.C. Attualmente per i prodotti a base di cannabis si va dai profumi per gli ambienti alle bevande, fino a prodotti terapeutici e persino abbigliamento e tessili.

Tetraidrocannabinolo: Come funziona?

Questo sistema di molecole agisce direttamente sul sistema nervoso, sia quello centrale che quello periferico, proprio per questo da un paio di anni, in tantissimi Paesi del mondo, viene utilizzato anche come farmaco naturale per contrastare tutta quella serie di malattie e per contenere gli effetti e i sintomi di altre patologie. Il loro funzionamento è spiegato nell’ “Allegato tecnico per la produzione nazionale di sostanze e preparazioni di origine vegetale a base di cannabis” al Decreto ministeriale 9 novembre 2015. In questo testo si legge che le azioni farmacologiche del THC, presente nelle estremità portanti fiori e frutti delle piante di Cannabis sativa, risultano dal suo legame con i recettori cannabinoidi CB1 e CB2, che si trovano principalmente nel sistema nervoso centrale, e nel sistema immunitario. Il THC, quindi, risulta essere un agonista parziale di entrambi i recettori CB e, in particolare, per la sua azione sul recettore CB1 è il responsabile degli effetti psicoattivi della cannabis, procurando la famosa sensazione di “sballo”. Inoltre, sviluppa diversi potenziali effetti antidolorifici, antinausea, antiemetici e stimolanti l’appetito. Offre una carica di energia e una forte azione antiossidante.  

Gli effetti psicoattivi del THC

Come ben sappiamo, il THC ha effetti psicoattivi cioè è capace di modificare lo stato psico-fisico di un soggetto, la sua attenzione, percezione e umore, coscienza, il comportamento. Proprio per questo, la legge in Italia ne annovera il consumo tra le attività illecite, a meno che non sia presente una specifica prescrizione medica per il trattamento di una determinata patologia: in questo caso, però, si parla di cannabis a scopo terapeutico, acquistabile dietro presentazione di ricetta medica. L’articolo 13 della legge 162/1990 precisa infatti che “è vietato l’uso personale di sostanze stupefacenti o psicotrope tra cui i tetraidrocannabinoli e i loro analoghi”, e che “è vietato qualunque impiego di sostanze stupefacenti o psicotrope non autorizzato”, mentre “è consentito l’uso terapeutico di preparati medicinali a base di sostanze stupefacenti o psicotrope debitamente prescritti secondo le necessità di cura in relazione alle particolari condizioni patologiche del soggetto”.

Rischi della molecola THC sull’organismo

 Innanzitutto, i fumatori cronici e di lunga data di marijuana hanno un rischio più elevato di ammalarsi di bronchite e altre patologie del sistema respiratorio. Inoltre, dato che molto spesso il consumo di cannabis viene accompagnato dall’uso di tabacco è necessario considerare anche l’insorgenza di tumori primariamente ai polmoni, ma che possono interessare anche altri organi del corpo umano. Il rischio del consumo cronico di tetraidrocannabinolo tramite cannabis per le donne incinte è quello di partorire con probabilità maggiore dei bambini con un peso più basso alla nascita. L’abuso di cannabis conduce ad una dipendenza psicologica accompagnata dal rischio di un “cambio” di personalità, di perdita di contatto con la realtà e di auto negazione. L’assunzione di THC attraverso la marijuana classica compromette la percezione della realtà e quindi rende praticamente impossibile mettersi alla guida di un mezzo o svolgere l’attività lavorativa.  

CBD ovvero il cannabidiolo e il Tetraidrocannabinolo

Oltre al tetraidrocannabinolo, la pianta di cannabis contiene anche il CBD, ovvero il cannabidiolo con cui vengono creati oli specifici e integratori alimentari. Il CBD, a differenza del THC, non ha effetti psicotici, proprio per questo è assolutamente e completamente legale, nonché utilizzato in tantissimi prodotti per la cura della pelle e della persona e in diverse tipologie di integratori. Il CBD, che non è considerato come una sostanza stupefacente, sarebbe invece responsabile del noto “effetto-relax” che ne consegue al consumo di cannabis, oltre ad avere un potenziale effetto a livello antinfiammatorio, analgesico, anti nausea, sulla tachicardia, sulla sonnolenza, antiemetico, antipsicotico, anti ischemico, ansiolitico e antiepilettico. Energizzante e tranquillante. Le piante del genere Cannabis (comunemente chiamate anche col nome di canapa) sono conosciute da millenni e utilizzate per vari servizi. Tutte le piante di questo genere contengono in varie concentrazioni tra le 400 e le 750 diverse sostanze, e di queste solo circa 40 sono cannabinoidi, all’interno dei quali si trovano il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD). Le molecole della formula THC e quella del CBD sono le più importanti in assoluto. Unite insieme, generano un’azione antidolorifica e, allo stesso tempo, rilassante. Questa pianta, quindi, e in particolare il complesso molecolare del THC viene utilizzato come farmaco per una serie di patologie e sintomi, come ad esempio per il controllo del vomito, la sensazione di nausea e per stimolare l’appetito nei pazienti che effettuano cure chemioterapiche. Oppure ancora, per controllare il dolore cronico, soprattutto in coloro che soffrono di sclerosi multipla, epilessia e sindrome di Tourette.  

Come funziona la molecola del Tetraidrocannabinolo

Per fare in modo che i cannabinoidi della pianta di cannabis possano effettivamente esercitare la loro azione benefica e farmacologica, le infiorescenze vengono decarbossilate: devono subire il riscaldamento e superare i 100 gradi centigradi. Per questo, tra i sistemi di assunzione del THC farmacologico più utilizzati c’è la vaporizzazione o l’infusione, ma la scelta varia a seconda della tipologia di prodotto prescritto. Se le sensazioni mentali tornano ai livelli di normalità dopo circa 2 ore, lo stato di alterazione psicomotoria dura spesso di più, e continuare anche dopo che le sensazioni psicologiche siano tornate ai livelli di normalità. La quantità di tempo in cui il corpo umano trattiene le tracce di Cannabis, dipende da una molteplicità di fattori, primo fra tutti dipende dalla frequenza con la quale viene fatto uso di cannabis e le modalità di assunzione della stessa. In ogni caso un test delle urine o un esame del sangue specifico al rilevamento di sostanze psicotrope potrebbe dare esito positivo anche fino a 45 giorni dopo l’ultima assunzione di marijuana. Al momento diciamo che non è possibile stabilire con esattezza quanto tempo dopo l’assunzione si riscontrano ancora tracce di THC nel sangue o nelle urine di un individuo. Il tempo di permanenza varia da persona a persona nella misura in cui cambiano i rispettivi metabolismi.  

Cannabis legale Italia: qual è la normativa

Le norme del 2016 hanno fissato dei paletti decisivi per la vendita della cannabis light in Italia. La vendita è consentita per cannabis che abbia THC (i principi attivi che generano effetti psicotropi) fino e non oltre la percentuale dello 0,2. Ma il venditore di cannabis legale non è responsabile penalmente fino alla soglia dello 0,6 per cento, i prodotti che superano questa soglia automaticamente diventano pericolosi. In particolare, la legge 242/2016 stabilisce che si può coltivare la pianta solo da un seme che è stato prima certificato e il vivaista deve conservare tutta la documentazione di acquisto della semente certificata per un periodo di almeno un anno o almeno finché quella pianta a disposizione è in vendita. La cannabis legale in Italia si usa per:

• Alimenti;
• Profumi;
• Abbigliamento;
• Essenze per la casa;
• Bevande

E poco altro. Questo significa che la sostanza non viene inalata mai direttamente e ha sempre un THC relativamente molto basso. In più, questi prodotti sono riconoscibili dal fatto che rientrano nei prodotti di uso quotidiano e non sono mai a uno stato di polvere, ma sempre come infiorescenza, allo stato liquido, oppure sotto forma di tessuto lavorato. Anche il colore può essere un ottimo indicatore. Di solito, le infiorescenze dovrebbero avere un colore verde, oppure una combinazione tra il verde e il viola. Se, invece, il colore è marrone, giallo, o rosso non è il caso di utilizzarlo. Queste due limitazioni aprono certo le porte a diverse interpretazioni e smagliature della legge.

Negozi di cannabis legale e shop online

Acquistare cannabis light, nei negozi o negli shop online, non è illegale. Se vuoi acquistare cannabis online, la prima cosa da fare è verificare che il sito sia italiano e che sia un sito serio, per non restare incastrato in qualche truffa. Per farlo, basta andare in fondo a una qualsiasi pagina del sito e verificare se c'è la partita Iva italiana e la sede italiana. Non ci si può sbagliare. I negozi di cannabis legale si possono trovare un po' ovunque, sia nei negozi fisici che online. Per avere la certezza che si tratti di cannabis considerata legale in Italia, scegli i prodotti presenti sul nostro sito. Qui troverai infiorescenze, oli, profumi e tisane, usa il potere rilassante di questa pianta per il tuo benessere e per combattere lo stress. Potrai scegliere i prodotti che più desideri e averli direttamente a casa, in pacchi anonimi. Per essere sicuro, ti consigliamo di rivolgersi al tuo medico di base e di chiedere se un qualsiasi prodotto può essere un problema. Se non hai particolari patologie, non ci sono controindicazioni. Per qualsiasi dubbio o informazione, siamo a tua disposizione!