Olio di cannabis e la cura del cancro

L’olio di cannabis può curare il cancro? Se hai letto questa notizia sul web, magari accompagnata da una risposta positiva, è bene che spegni i tuoi facili entusiasmi perché, nonostante alcuni cannabis effetti positivi dell’olio di canapa sull’organismo umano, a tale composto non possono certamente essere attribuiti dei fattori di guarigione miracolosa contro patologie cancerogene.

A scanso di dubbi e di equivoci, abbiamo voluto affrontare questo argomento con la giusta specificità, evitando falsi proclami e riportando alcune delle conclusioni a cui è giunta la comunità scientifica, invitandoti naturalmente ad approfondire con il tuo medico ogni ulteriore evoluzione.

Olio di cannabis: cancro curabile?

Negli ultimi decenni sono state pubblicate centinaia di ricerche e analisi scientifiche sui cannabinoidi e sul cancro, ma nessuno di questi studi ha potuto annoverare l’esistenza di prove certe, e sufficientemente solide, per dimostrare che tali sostanze, come l’olio di cannabis, possano trattare il cancro in modo sicuro ed efficace.

Certo, questo non significa che comunque, un giorno, i cannabinoidi non possano essere effettivamente utili per poter curare il cancro. Tuttavia, oggi non è possibile e alcune ricerche piuttosto celebri sono ancora in corso.

Di qui, una prima considerazione che vogliamo premettere alle informazioni che di seguito riporteremo: affermare che l’olio di cannabis, o altri derivati della cannabis, siano utili per curare il cancro è fuorviante sia per i pazienti che per le loro famiglie che magari, in questi giorni, stanno cercando su Internet delle informazioni su “olio di canapa cancro” in grado di aprire margini di speranza in questo senso.

Si tenga anche in considerazione che, per il momento, quasi tutte le ricerche che pongono in relazione cannabinoidi e cancro sono state condotte in laboratorio, su cellule tumorali “coltivate” in vitro o su animali. E poiché gli esseri umani sono organismi molto più complessi, questi studi non hanno dunque alcuna conclusione che sia necessariamente applicabile in immediatezza alle persone. Ecco perché tanti risultati promettenti in laboratorio, purtroppo non si sono ancora tradotti in trattamenti sicuri o efficaci.

Questo significa anche un’altra cosa: considerato che i tempi che intercorrono tra l’avvio delle ricerche all’applicazione sperimentale sull’uomo non sono brevissimi, è lecito non riporre nei confronti delle potenziali cure contro il cancro a base di olio di cannabis troppe speranze.

Le buone notizie

Fino ad oggi i migliori risultati anti-cancro dagli studi di laboratorio sono venuti dall'uso di una combinazione di THC altamente purificato e cannabidiolo (CBD), un cannabinoide che si trova nelle piante di cannabis e che contrasta gli effetti psicoattivi del THC. Tuttavia, i ricercatori affermano di aver ottenuto risultati positivi anche usando cannabinoidi artificiali, e una molecola chiamata JWH-133. Non si tratta dunque di sostanze in quantità e concentrazioni comparabili con quelle che potresti trovare nei prodotti light, come ad esempio il Pineapple o l’Himalayan Gold.

Le cattive notizie

Si tenga tuttavia conto che a rendere ancora più complicato lo scenario è il fatto che sebbene vi siano stati diversi risultati incoraggianti dagli esperimenti di laboratorio, è anche emerso che in realtà diversi cannabinoidi sembrano avere effetti diversi sui vari tipi di cancro, e che quindi si è ancora molto lontani da un trattamento "universale".

Inoltre, ci sono altresì prove che i cannabinoidi abbiano degli effetti indesiderati. Sebbene alte dosi di THC possano potenzialmente uccidere le cellule tumorali, lo stesso dosaggio potrebbe anche danneggiare le cellule “sane” nei vasi sanguigni. In altre circostanze è invece stato ipotizzato che i cannabinoidi possano incoraggiare la crescita delle cellule tumorali, o avere effetti diversi a seconda della dose usata e dei livelli dei recettori dei cannabinoidi presenti sulle cellule tumorali.

In aggiunta a quanto sopra bisogna pur sempre rammentare che per testare in modo consapevole i potenziali benefici dei cannabinoidi sul cancro, sarebbero necessari studi clinici in un gran numero di persone con gruppi di controllo di pazienti (ovvero, quei pazienti che non ricevono il trattamento in questione).

Purtroppo, siamo piuttosto lontani anche da questo contesto. Finora sono stati pubblicati i risultati di pochi studi clinici, condotti su campioni estremamente ristretti, e certamente non legati a prodotti comuni come l’olio di CBD. E anche se è vero che tali studi (e in particolar modo uno di essi, che viene spesso citato in ambito clinico) abbiano dimostrato degli effetti positivi e privi di pregiudizi per l’organismo, la scarsa ampiezza del campione e l’assenza di un gruppo di controllo impedisce di formulare delle valutazioni consolidate.

L'utilità dell'olio di cannabis nei tumori

Da quanto sopra non possiamo che trarre alcune considerazioni finali, nella speranza che possano consentire un avvicinamento più consapevole e prudente a questo tema.

Purtroppo, infatti, troppo spesso articoli su giornali e post sui blog fanno riferimento a specifici casi di osservazione, con risultati straordinarie o particolarmente importanti sotto il profilo clinico, come ad esempio quelli legati a guarigioni dopo il trattamento con estratti di cannabis, come l’olio di cannabis.

Ebbene, giova in questo senso sottolineare che le poche informazioni affidabili tratte da un singolo paziente, trattato magari con un mix sconosciuto di cannabinoidi al di fuori di un ambiente clinico controllato, non possono certamente essere elevate a prove sull’uso della cannabis e dei cannabinoidi per il trattamento del cancro.

Detto ciò, vi sono ancora numerose domande che non hanno una risposta chiara sul potenziale di utilizzo dei cannabinoidi per il trattamento del cancro.

In particolare, non è oggi chiaro quale tipo di cannabinoide - naturale o sintetico - potrebbe essere più efficace, a quali dosi e quali tipi di cancro potrebbero rispondere meglio ai cannabinoidi. Sfugge inoltre all’attuale ricerca come evitare gli effetti psicoattivi del THC e se i cannabinoidi aiuteranno a potenziare o a contrastare gli effetti della chemioterapia.

È evidente che a queste domande bisogna rispondere puntualmente, al fine di comprendere univocamente se i cannabinoidi possano o meno essere usati come trattamenti sicuri ed efficaci per i pazienti affetti da cancro.

La cannabis può prevenire il cancro?

Per gli stessi motivi di cui sopra, non ci sono prove affidabili e scientifiche che la cannabis possa prevenire il cancro. Certo, esistono alcune ricerche che suggeriscono che gli endocannabinoidi possano sopprimere la crescita del tumore, e negli esperimenti in laboratorio ai topi cui sono state somministrate dosi molto elevate di THC purificato, è stato effettivamente riscontrato un rischio minore di sviluppare il cancro. Tuttavia – ribadiamo ancora una volta – questa non è una prova scientifica abbastanza solida per suggerire che i cannabinoidi o la cannabis possano ridurre il rischio di cancro.

Speriamo che questi spunti ti siano stati utili per poter migliorare con maggiore consapevolezza questo tema. Ti consigliamo evidentemente di approfondire con il tuo medico di riferimento, l’unico professionista sanitario abilitato a fornirti una consulenza su questo argomento così delicato.

Se invece vuoi saperne di più su come la cannabis può impattare sul nostro organismo, ti ricordiamo che abbiamo recentemente parlato di cos’è la fame chimica e perché arriva. Buona lettura!