Hai mai provato quella fame incontrollabile dopo aver consumato cannabis?
Quella che ti spinge a divorare tutto ciò che trovi nel frigorifero, anche se sai di non avere realmente bisogno di mangiare?
Beh, non sei il solo.
È la cosiddetta “fame chimica“, un fenomeno ampiamente diffuso tra i consumatori di cannabis.
Ma cosa la provoca e come possiamo gestirla?
Scopriamolo insieme e scopri come la Cannabis Light di CBDexpress può fare la differenza nella tua vita.
Fame chimica e Cannabis: tra mito e realtà sull’aumento di peso
Chiunque abbia consumato cannabis nella propria vita può confermare di aver provato, tra i vari effetti, anche la cosiddetta “fame chimica”.
Si tratta di un forte aumento dell’appetito, nonostante il corpo abbia già assimilato tutto il necessario per il corretto funzionamento del metabolismo.
Ecco perché viene definita “famechimica”: sopraggiunge anche quando non ne sentiamo realmente il bisogno.
Per questo motivo molti si chiedono: “Ma la fame chimica fa ingrassare?“.
La risposta breve è che dipende da diversi fattori.
Ma vediamo la risposta più articolata.
Anzitutto dobbiamo specificare che la fame chimica colpisce quasi tutti i consumatori, ma in tempi e modi diversi.
I consumatori più esperti possono avvertire di meno questo effetto, o comunque sono maggiormente in grado di controllarlo.
Ci sono però altre variabili in gioco.
Ad esempio: è rilevante il tipo di marijuana consumata.
La specie Indica infatti dà più appetito rispetto alla Sativa. Inoltre dipende dalla percentuale di cannabinoidi presenti nell’inflorescenza e dalla dieta alimentare seguita.
È bene ricordare che la fame chimica dipende anche dal metodo utilizzato per consumare la cannabis:
- il fumo di una canna inibisce per i primi minuti la sensazione di fame – esattamente come una sigaretta – e dal suo fumo possiamo assumere al massimo il 25% dei principi attivi;
- con altri strumenti, come il vaporizzatore per esempio, l’assunzione dei principi attivi arriva al 50%.
Maggiore è la percentuale di assunzione, più intensi sono gli effetti provati.
Come vedi la fame chimica non è un’autosuggestione, ma un effetto comprovato della Cannabis.
Vediamo quindi a cosa è dovuto.
Uno dei motivi principali di questo aumento dell’appetito sta nel nostro sistema endocannabinoide, che è responsabile del controllo dell’appetito ed è anche particolarmente soggetto all’influenza di cannabinoidi esterni come il THC.
Il THC provoca l’aumento dell’appetito attivando alcuni meccanismi biochimici, che causano l’aumento della produzione dell’ormone grelina, responsabile della sensazione di fame.
Questo ormone raggiunge i recettori CB1 – una parte del sistema endocannabinoide – situati nelle aree encefaliche responsabili del controllo della fame.
Il THC inoltre stimola il rilascio di dopamina, il famoso neurotrasmettitore che ha una funzione fondamentale nei comportamenti motivati da ricompensa, come appunto l’atto di mangiare.
Detto questo, potresti pensare che chi consuma cannabis vada per forza di cose incontro all’obesità, o comunque ad una situazione di sovrappeso.
In realtà non è così.
Alcuni studi hanno dimostrato che la maggior parte dei consumatori abituali di ganja ha un indice di massa corporea inferiore rispetto a chi non ne fa uso.
Ciò significa che – in media – tendono ad essere più magri.
È stata inoltre dimostrata l’efficacia della Cannabis sui soggetti sottopeso per aiutarli a raggiungere una massa corporea adeguata.
Non ci sono però collegamenti diretti tra consumo di cannabis e obesità.
Che sia chiaro: non intendiamo dire che la fame chimica non faccia ingrassare.
Semplicemente la fame chimica non è la diretta responsabile di una situazione di sovrappeso o di un disturbo alimentare.
Ma andiamo più nello specifico per comprendere al meglio le cause della fame chimica.
Cos’è la fame chimica? Cause naturali e scientifiche
L’influenza dei cannabinoidi sul nostro comportamento alimentare è legata all’interazione con il sistema endocannabinoide (SEC) e alle modificazioni che possono verificarsi a livello neurologico.
In particolare, esamineremo due tipologie di alterazioni che riguardano il sistema endocannabinoide e il bulbo olfattivo.
Queste modificazioni aiutano a comprendere il legame tra l’assunzione di sostanze come la cannabis e le variazioni nell’appetito e nella sazietà.
Alterazione del sistema endocannabinoide
Il significato di questo termine sta nella parola “endogeno”, ovvero prodotto all’interno di un organismo, e nella parola “cannabinoide”, ossia i composti in grado di attivare le funzionalità di questo sistema.
Il sistema endocannabinoide, detto anche SEC, è composto da due recettori cellulari primari: CB1 e CB2.
Gli agonisti responsabili della loro attivazione sono i cannabinoidi, i quali possono essere sintetizzati dal nostro organismo oppure assunti da fonti esterne, come per il caso della cannabis (detti fitocannabinoidi).
Entrando più a fondo nella questione, dobbiamo far notare che i processi alimentari hanno sede solamente in due gruppi di neuroni, i recettori Cbr1 e quelli POMC, mentre non hanno niente a che fare con i CB2.
I primi nominati, quando attivati dagli agonisti, sono responsabili dell’attivazione del senso di fame, mentre i secondi si occupano di mandare il segnale di sazietà.
Alcuni esperimenti condotti su cavie geneticamente modificate hanno dimostrato che sollecitando i due recettori in maniera selettiva (alcune cavie sollecitate ed altre no) con dei cannabinoidi, l’attivazione dei neuroni Cb1r causava un aumento esponenziale dell’attività dei recettori POMC.
Questo avrebbe dovuto causare un senso di sazietà, ma i topi cominciarono a mangiare molto, nonostante fossero già sazi.
Questi eventi hanno portato alla seguente conclusione:
quando i recettori POMC vengono sollecitati dai cannabinoidi, essi smettono di rilasciare gli ormoni del senso di sazietà, mentre invece mantengono il rilascio della beta endorfina, la quale crea una sensazione di benessere e rilassamento.
Alterazione del bulbo olfattivo
Ulteriori studi sulla questione hanno portato alla luce la scoperta dell’esistenza di un altro recettore Cb1r all’interno del bulbo olfattivo, l’area del cervello dedicata alla ricezione degli stimoli provenienti dal naso.
Quando questi neuroni vengono sollecitati dal tetraidrocannabinolo delta-9, la loro attività viene assai aumentata, amplificando le sensazioni dell’olfatto e di conseguenza inducendo una maggiore sensazione di appetito.
Anche in questo caso sono stati condotti degli esperimenti sulle cavie, con risultati simili ai precedenti: i topi a cui è stato somministrato il THC hanno dimostrato una maggiore sensibilità olfattiva e un aumento della fame.
Per avvalorare ulteriormente questi risultati, è stato sottoposto a dei topi privati del senso dell’olfatto la stessa sostanza, ma questa volta non sono stati riscontrati significativi aumenti dell’appetito.
CBD e FameChimica: La cannabis light crea l’appetito chimico?
La cannabis light è una variante della Cannabis che ha un basso contenuto di THC (0.2% – 1%), ma un’alta percentuale di CBD (4% – 25%).
Data la bassa concentrazione, gli effetti del THC non sono percepibili per il nostro organismo, mentre risultano più intensi gli effetti distensivi offerti dal CBD.
Nonostante ciò, il CBD non sembra sollecitare i recettori CB1 che inducono alla fame chimica.
Quindi il CBD non causa la FameChimica.
Detto questo, il CBD ha comunque degli effetti interessanti sul nostro organismo.
Uno studio del 2016 ha dimostrato che questo cannabinoide è capace di stimolare la produzione di enzimi in grado di scomporre con maggiore efficacia i grassi.
Detto in parole semplici: aiuta a bruciare i grassi.
Infine, sempre secondo questo studio, il CBD è in grado di ostacolare l’azione di alcune proteine coinvolte nella creazione di cellule adipose.
Quindi favorisce la perdita di peso.
Ovviamente questi studi necessitano di approfondimenti e ricerche ulteriori, ma la strada sembra promettente.
Quindi la Cannabis Light non crea appetito, ma in realtà dobbiamo essere più specifici. Infatti la cannabis light non ci rende affamati direttamente, ma può farlo indirettamente.
È risaputo che il CBD ha un effetto benefico sui pazienti in condizioni croniche come i malesseri dovuti al cancro, dolore cronico, sclerosi multipla, ansia e ipertensione.
Queste patologie spesso portano alla perdita di appetito, ma grazie all’effetto benefico del CBD si può sperare in un attenuamento del dolore e nel ritorno della fame.
Come resistere alla fame chimica?
Resistere alla fame chimica è possibile, ed è prevalentemente un fenomeno psicologico.
Alla base ci deve essere la volontà, ma nulla vieta di poter impiegare qualche trucchetto per rendere più semplice la faccenda.
Ne esistono diversi:
- Avere un regime alimentare completo, sano e soprattutto soddisfacente, altrimenti è molto più facile soffrire i morsi della fame, e anche la voglia di cibo spazzatura. Inoltre consigliamo di non fumare a stomaco vuoto e quando si è quindi particolarmente stanchi.
- Fare il plot twist, ossia svolgere attività fisica prima di fumare in modo da bruciare in anticipo le calorie che assumerai in seguito.
- Quando la FameChimica sopraggiunge, cerca di evitare cibi grassi, fritti e pieni di conservanti, ma piuttosto cerca di mangiare sano, senza però rinunciare al gusto.
- Non “schimicare” dopo cena, dato che tutto il cibo ingerito durante queste ore non viene poi assimilato adeguatamente.
- È importante rimanere idratati bevendo molti liquidi, soprattutto dopo l’assunzione di cannabis. Il THC infatti provoca l’inibizione dei recettori del senso della sete, e spesso non ci si accorge che si sta andando incontro a uno stato di disidratazione che arriva lentamente, soprattutto perché si è troppo presi dagli appetiti della fame chimica.
Infine ricordiamo che le modalità di assunzione della cannabis come la vaporizzazione aumentano la percentuale di principi attivi che possiamo inalare, dunque aumentano anche i loro effetti, come la fame chimica.
Nonostante ciò, la vaporizzazione della Cannabis, rimane il modo più salutare e benefico per assumerla e per evitare gli effetti collaterali causati dalla combustione di una canna.
Cibi preferiti dagli stoners
Anche se abbiamo appena spiegato, perché la miglior scelta per schimicare sia il cibo salutare, bisogna però ammettere che la maggior parte dei consumatori di cannabis predilige snack, fast food e dolci, abbinati ovviamente a bibite gassate o Tè addolciti.
Ovviamente non si può sostenere l’ipotesi che la fame chimica aumenti solamente la voglia di cibi poco sani, perché basterebbe assumere cannabis prima di pranzare, ad esempio, per dimostrare che si può schimicare anche con cibi più salutari.
La fame è fame, non fa distinzioni. Siamo noi a farle.
La maggior parte degli stoners fuma con più frequenza e regolarità durante le ore serali, quando ovviamente hanno già terminato tutti i pasti della giornata.
Questo però porta inevitabilmente a voler mangiare prevalentemente cose piccole e sfiziose, ma che alla fine sono così caloriche che forse sarebbe stato meglio farsi una seconda cena!
Il problema però è che in molti, presi dai morsi della fame chimica, fanno una seconda cena, ma di Junk Food come hamburger, patatine, fritti vari, gelati industriali e chi più ne ha più ne metta.
Questo genere di alimenti sono altamente calorici e pieni di grassi saturi, quindi – se proprio devi – ti consigliamo piuttosto di schimicare con un bel panino, ma solo di tanto in tanto come puro sfizio.
Se invece desideri mangiare a non finire “senza ingrassare”, i cibi più consigliati sono il sedano, la lattuga, l’ananas e il pane azzimo.
Il miglior consiglio comunque rimane quello di fumare prima dei pasti, oppure cercare, se possibile, di trattenersi dallo schimicare o prediligere varietà di cannabis sative o ibridate.
In conclusione…
…è possibile resistere alla fame chimica e gestirla in modo sano.
Ricordati di mantenere un’alimentazione equilibrata, praticare attività fisica e, se possibile, scegliere opzioni più salutari quando ti giunge la FameChimica.
Se vuoi limitare questo effetto e sentirti meglio, prova le nostre varietà di Cannabis Light con alto contenuto di CBD e basso contenuto di THC.
Potrai godere degli effetti rilassanti senza incorrere nella fame chimica tipica delle varietà tradizionali di cannabis.
Inoltre, come abbiamo visto, il CBD potrebbe anche avere un effetto positivo sulla gestione del peso e sull’appetito.
Ora non ti resta che scoprire le genetiche di CBDexpress e iniziare a vivere un’esperienza più equilibrata con la cannabis.
Se ci segui da un po’ saprai che l’unico modo per acquistarla è attraverso uno dei nostri distributori di Cannabis Legale CBDexpress, installati presso i nostri partner (tabaccai, bar o attività).
Ma c’è anche un modo per non doverla acquistare ogni volta.
Se sei un vero appassionato di Cannabis Legale e non vuoi mai rimanere senza la tua amata erba, abbiamo creato qualcosa di davvero unico: Master420, il primo Cannabis Social Club d’Italia.
Entrando in Master420 non hai più bisogno di comprare la tua amata Cannabis.
Tutto ciò che ami e apprezzi ti verrà consegnato mensilmente, in automatico, direttamente alla tua porta.
Niente più scelte affrettate, niente più ricerche senza fine.
Solo il meglio ogni volta.
Ma non è tutto.
Se vuoi saperne di più su Master420 e conoscere tutti i vantaggi dei soci, clicca sul pulsante qui sotto!