Cos'è il BHO (Butane Hash Oil)

Per i più assidui frequentatori del mondo della marijuana il termine BHO potrebbe non rappresentare una sorpresa, ma per i neofiti di questo panorama probabilmente il BHO, o shatter, o dab o honey oil, potrebbe essere una sorta di misterioso prodotto che si sta gradualmente facendo strada tra i consumatori di cannabis.

Naturalmente, non potevamo trascurare il desiderio di saperne di più da parte di tutti i nostri lettori, e proprio per questo motivo abbiamo scelto di dedicare una guida completa al BHO, permettendoti di capire che cosa ci sia dietro, e quali siano i suoi effetti (a proposito di effetti, qui abbiamo parlato invece di quelli dell’hashish!).

Che cos’è il BHO

Cominciamo, come sempre, dalle basi!

BHO è l’acronimo di Butane Hash Oil, e non è nient’altro che un tipo di estratto di cannabis altamente concentrato, che può contenere dei livelli di THC elevatissimi, anche superiori all’80%. Ora, considerato che la cannabis legale che puoi acquistare nei negozi ha generalmente dei livelli di THC inferiori allo 0,2%, dovresti facilmente renderti conto di quale sia la “potenza” di questo prodotto, che può impattare in maniera significativa, anche in piccole dosi, e anche nei confronti dei fumatori più esperti.

Perché si chiama BHO

Ora che sai che cos’è il BHO, non possiamo che fare un piccolo passo in avanti e cercare di condividere con i nostri lettori meno “esperti” della cannabis perché si chiami così.

Il riferimento alla particolare denominazione di questo olio di marijuana è legato al particolare metodo di estrazione, che utilizza come solvente – appunto – il gas N-Butano. Si tratta di un solvente particolarmente adatto per questo tipo di estrazione, perché è in grado di non asportare le parti che sono poi solubili in acqua, come la clorofilla. Ed ecco spiegato il perché del suo colore piuttosto dorato e facilmente riconoscibile!

Se al posto del gas N-Butano fosse utilizzato un altro prodotto solvente, come ad esempio il più comune alcol etilico, il risultato che se ne otterrebbe sarebbe molto diverso, perché la clorofilla sarebbe rilasciata molto velocemente, rendendo di fatto l’olio di colore verde scuro, e rendendo ancora più amaro il suo sapore.

Estrazione BHO

Ma come si estrae il BHO? Come avviene il processo di estrazione?

Il processo che conduce dalla materia prima al risultato finito ha come obiettivo quello di separare la resina e i tricomi dal resto del materiale vegetale della cannabis. I tricomi – di cui abbiamo parlato in diverse occasioni su questo sito – sono il vero “segreto” della cannabis, considerato che al loro interno esistono terpeni e cannabinoidi che possono dare al prodotto finale un particolare gusto e aroma.

Per quanto concerne il processo di estrazione in senso stretto, esistono diverse tecniche che possono più o meno adattarsi efficacemente a questo contesto.

Per esempio, la tecnica più economica è certamente rappresentata dalla c.d. “estrazione a circuito aperto”, che ha come obiettivo quello di utilizzare un tubo di borosilicato, o metallo, da riempirsi con materiale vegetale essiccato e pressato per poter evitare eventuali bolle d’aria.

Il gas N-Butano dovrà essere introdotto dall’estremità superiore: inizierà dunque a fluire verso quella inferiore, dove potrà essere raccolto l’olio. A quel punto bisognerà semplicemente lasciare evaporare il gas residuo:  il risultato sarà la forma più grezza del BHO.

C’è poi un’altra tecnica – sicuramente più professionale e, dunque, meno utilizzabile da chi non ha la strumentazione adatta – denominata a circuito chiuso.

In questo caso, come suggerisce lo stesso nome, occorrerà utilizzare un apposito estrattore a circuito chiuso, composto da un deposito dove è presente il gas, e da alcune valvole che disciplinano la sua uscita e la sua condotta verso una colonna dove deve essere posta l’erba. A quel punto l’estrattore farà il resto, permettendo di ottenere l’olio di marijuana.

Quanta BHO si può produrre

Uno dei motivi per cui poche persone si cimentano nell’estrazione di questo prodotto è legato al fatto che si tratta di un processo con un rendimento sostanzialmente piuttosto basso, considerato che per poter ottenere pochi grammi di BHO sono necessari grammi per almeno 10 volte in più di marijuana, e 200-300 ml di gas butano.

Insomma, un procedimento piuttosto esoso, che potrebbe scoraggiare molte persone dall’avvicinarsi alla realizzazione di questo composto.

Quali sono i nomi del BHO

In apertura di questo approfondimento abbiamo definito il BHO in altri modi ma… bisogna fare attenzione a non fare facile confusione tra i vari appellativi che è possibile attribuire a questo prodotto!

Per esempio, a volte si parla di BHO come di shatter.

Ebbene, lo shatter è una particolare tipologia di BHO che è caratterizzata da una consistenza che ricorda, per immagine e per fragilità, quella di un vetro. Lo shatter è realizzato mediante una particolare procedura di purificazione sotto vuoto, e viene lasciato poi riposare dopo la purificazione. Il risultato è quello di un prodotto molto trasparente, dall’aspetto facilmente riconoscibile  e unico nel suo genere.

C’è poi la wax, o cera.

Anche in questo caso non è difficile comprendere perché si sia scelto questo nome: la sua consistenza, a differenza della “cristallizzazione” dello shatter, è infatti piuttosto appiccicosa, non trasparente, di colore bianco cremoso, simile alla cera d’api.

A sua volta è possibile suddividere la wax in diverse sotto tipologie, come ad esempio il crumble, che ha una consistenza molto simile alla marmellata, la honeycomb, che richiama la forma di un nido d’api, il budder, simile al burro.

Un’altra forma comune del BHO è poi quella della resina, realizzata facendo solo uso di fiori freschi di cannabis (mentre, come noto, nel BHO si può praticamente utilizzare qualsiasi parte della pianta).

I fiori di cannabis sono congelati subito dopo il raccolto, e vengono poi conservati a temperature piuttosto basse nel processo di estrazione, ottenendo così un risultato molto più concentrato a livello di terpeni e, in linea di massima e a parità di altri trattamenti, molto più potente.

Avvertenze!

Speriamo che questi brevi spunti ti siano stati utili per poterti avvicinare con maggiore consapevolezza al mondo del BHO.

Come dovresti aver intuito da questo approfondimento, il processo di estrazione dell’olio di marijuana è molto pericoloso, e proprio per questo motivo ti consigliamo di non procedere in tal senso.

Si tratta infatti di un procedimento che, per caratteristiche, ha come risultato finito un prodotto con concentrazioni di THC molto alte, e che richiede l’utilizzo di gas e solventi da maneggiare con estrema cura!

Di contro, ti invitiamo a fare un giro nel nostro store per poter trovare i migliori prodotti di cannabis legale, e contattare la nostra assistenza per qualsiasi dubbio!