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Come riconoscere l'hashish ripulito dal taglio

Come riconoscere l’hashish ripulito dal taglio

Cosa trovi in questo articolo:

Se cercavi qualche informazione per capire qualcosa in più rispetto all’hashish tagliato questo è l’articolo che fa per te.

Cosa fondamentale da ricordare quando si tratta dell’hashish e del suo taglio è il fatto che in Italia sono vietate nel modo più assoluto tanto la sua vendita, quanto la sua consumazione e la sua produzione.

Ad ogni modo proprio in questo articolo potrai capire quali sono le strategie per assicurarsi di aver pulito l’hashish dal taglio, ma certo è che prima di arrivare a capire questo fatto particolare non si può non partire da uno sguardo sul mondo che produce questa sostanza stupefacente.

Le origini del fumo afgano e del fumo pakistano

L’industria illegale che guadagna ogni anno cifre esorbitanti per la produzione di hashish vede i suoi principali poli di diffusione nel Marocco, nell’Afghanistan e nel Pakistan.

Il primo paradosso che ha spinto anche spesso a combattere questo tipo di coltivazione sta nel fatto che proprio i produttori locali sono quelli che guadagnano di meno: il vero fulcro di guadagno ed anche di costi sta in effetti nel trasporto che permette di spostare segretamente ed illegalmente questo tipo di sostanze dai loro luoghi di produzione fino ai paesi europei.

I coltivatori locali sono spesso infatti poverissimi e mai riescono ad emanciparsi da questa condizione: sono di fatto dei veri e propri sfruttati, anche perché il lavoro della resina da cui si ricava l’hashish non è affatto costoso: le piante sono anche coltivate all’aperto in modo naturale e non c’è quindi bisogno di alcun tipo di sistema complesso che potrebbe richiedere altre forme di costi aggiuntivi.

Per capire ancora meglio la situazione basterà pensare al fatto che appena arrivata in Europa proprio il costo della resina aumenta del 400%.

Fondamentale considerare tutto ciò per capire il perché del fatto che vede tutti i venditori interessati ad adulterare l’effettivo contenuto delle sostanze vendute, poiché aggiungendo anche pochissimi grammi di taglio i guadagni sono pronti a crescere in modo più che esponenziale, e proprio da questo processo che rende impuro il tutto bisognerà poi guadagnare dell’hashish pulito per un fumo pakistano o afgano che sia al massimo della qualità.

Capire il processo di adulteramento del fumo per poi purificarlo al meglio

Le varie fasi che compongono Il processo di adultera aumento del fumo sono molto particolari specie pensando al fatto che esse devono riuscire a garantire comunque un prodotto che sia capace di risultare ottimale quando arriva nelle mani dei consumatori.

Le Panette di hashish quindi tagliate con sostanze capaci di renderle friabili e sabbiose come ad esempio la resina di pino, mentre invece il taglio degli ovuli della sostanza stupefacente viene fatto tramite olio di marijuana o sostanze simili che tentano di farli sembrare più pastosi e malleabili.

Un altro grande mito da sfatare riguardo alla purificazione del fumo riguarda invece la quantità di taglio effettivo presente assieme all’hashish. Proprio perché, come sottolineavamo prima, la produzione comporta costi non molto alti la quantità di taglio presente non è mai eccessiva, anche se è vero al contempo che alcune organizzazioni mafiose puntano proprio su un adulteramento anche eccessivo pensato per rendere la sostanza irriconoscibile in caso di controlli.

Come garantirsi una purificazione perfetta dell’hashish

Ciò che quindi si deve fare quando si vuole ottenere dell’hashish incontaminato da altre sostanze intruse è concentrarsi sulla purificazione della resina, che non si scioglie a contatto con l’acqua, rispetto ai molti tipi differenti di prodotti chimici o naturali che possono essere stati utilizzati per tagliare la sostanza. Questi però si sciolgono invece sempre in acqua, tendono infatti a fondere a temperature non troppo alte.

Già in una fascia di temperature compresa tra un minimo di 60 gradi centigradi ed un massimo di 135 gradi centigradi si riuscirà a portare alla fusione tali materiali, tra cui spesso spicca la cera di pino.

Procurandosi quindi con molta semplicità dell’acqua bollente sarà un attimo iniziare il processo di purificazione al massimo dell’efficienza.

Le varie fasi del processo di purificazione dell’hashish: iniziare il tutto con dell’acqua bollente

Come si sarà capito quindi il primo passo fondamentale per procurarsi dal fumo dell’hashish ottimale è proprio riscaldare l’acqua portandola alla temperatura di ebollizione.

Un pentolino pieno d’acqua sopra i vostri fornelli sarà la soluzione ottimale e non appena si sarà certi del fatto che la temperatura dell’acqua sia intorno ai 90/100 gradi centigradi sarà il momento di inserire in essa, mantenendo ora un fuoco basso, il fumo frammentato in pezzetti non troppo grandi.

Lasciando così il processo continuare da sé dopo qualche ora si inizierà a poter osservare che l’acqua inizia a scurirsi non di poco.

Come capire quando la purificazione sta per essere completata

Proprio quando l’acqua sarà sporca e scura, si potrà capire ed anche verificare che il materiale del taglio si è distaccato dalla resina, che era appunto la parte che si voleva ottenere purificata e quindi l’unica che si terrà, buttando invece via tutto il resto.

Come separare la resina dai materiali di scarto del taglio del fumo

Arrivati a questo punto, per assicurarsi di non perdere nemmeno un minimo residuo di resina la scelta ottimale consiste nel filtrare tutta l’acqua che era contenuta nel pentolino.

Per procedere con questo tipo di operazione potete tranquillamente utilizzare anche dei normalissimi filtri da caffè, l’importante è che una volta ottenuta la resina si sia pronti a tenerla al sicuro separata da tutto il resto e a metterla ad asciugare inizialmente facendole semplicemente prendere aria all’aperto e poi invece più serratamente chiudendola in un apposito contenitore dentro ad un freezer.

Come capire quando è il momento esatto per estrarre la resina in asciugatura dal freezer

Avendo compiuto in modo ottimale tutti questi passaggi arriverà il momento in cui la resina conservata al sicuro nel freezer ritornerà a mostrare visibilmente la stessa sembianza originale che presentava prima dell’inizio del processo di purificazione.

Sarà quindi proprio in questo momento che si potrà essere certi del fatto che il processo di purificazione è terminato ed è riuscito in modo impeccabile.

Qualche consiglio sui passaggi successivi: un contenitore adatto

Nel momento in cui si capirà che l’hashish purificato può essere estratto dal freezer sarà il caso di trovargli un contenitore consono che ne permetta una conservazione ottimale al riparo da qualsiasi tipo di rischio di contaminazione con altre sostanze esterne che potrebbe portare alla necessità di ripurificare il tutto perdendo non poco e tempo e molte energie, allontanando il tanto atteso momento di poter finalmente fare uso della sostanza.

Un’idea consigliata da molti per semplicità ed efficacia è quella di inserire tutto il materiale recuperato al massimo della purificazione in una bustina da tè, perfetta per contenere il fumo ridotto a molti frammenti.

Ovviamente dovrete prima assicurarvi che la bustina, svuotata del contenuto precedente, non contenga alcun tipo di residuo del materiale che essa era stata pensata per contenere precedentemente.

Per il fumo pakistano o il fumo afgano molto tagliato possono essere necessarie alcune ripetizioni del processo

Questo tipo di processo è ottimale per molti tipi di tagli differenti anche se non per tutti, ed è proprio qui che si arriva ad un altro punto focale del discorso.

Alle volte è evidente dall’apparenza che l’hashish purificato prende dopo il processo che non tutto il taglio è stato rimosso. In effetti per quei tipi di fumo tagliati in modo molto pesante in cui l’adulteramento ha lasciato davvero poco materiale puro potrebbe presentarsi la necessità di ripetere più di una volta il processo sopra descritto in tutte le sue fasi differenti.

L’effettiva quantità di taglio si può scoprire soltanto in modo scientifico

Un altro problema non da poco sta nel fatto che l’effettiva quantità di taglio usata per adulterare l’hashish è conoscibile soltanto con delle precise analisi di laboratorio:

il che è problematico specie di fronte al fatto che spesso ci sembra fumo molto adulterato quello che corrisponde in realtà soltanto ad una seconda o terza battitura.

Questo per dire che il nostro occhio ci inganna e che soltanto poi l’effettiva consumazione della sostanza saprà rendere conto, purtroppo troppo tardi, dell’effettiva o meno riuscita del processo di purificazione.

Il vero problema è quindi ancora la condizione illegale del mercato dell’hashish

Che il fumo sia pakistano o afgano la purificazione dell’hashish è ad oggi uno dei passaggi più problematici per chi fa uso di queste sostanze perché il consumatore non può avere alcun tipo di garanzia o di trattamento a causa dell’assoluto dominio imposto su tali prodotti dal mercato nero.

Il fatto che tutto ciò avvenga su un livello di alta illegalità impedisce ai consumatori di poter richiedere qualsiasi tipo anche minimo di tutela o di garanzia di fronte al prodotto che acquistano.

L’unica vera risposta quindi disponibile alla domanda posta dal titolo del nostro articolo sta nell’evidenza del fatto che soltanto la pura esperienza di chi fa uso di tali sostanze è davvero in grado di riconoscere grazie all’abitudine i vari tipi di fumo meno tagliato ed anche poi lo stadio al termine della purificazione in cui esso è effettivamente composto di sola resina.

Un consiglio possibile: pesare tutto prima e dopo per qualche valutazione

Un altro consiglio dato da molti che sembra essere estremamente interessante e funzionale è quello di pesare il l’hashish prima e dopo il processo di purificazione.

Questa scelta molto intelligente permette infatti innanzitutto di capire quale fosse la reale qualità dell’hashish con cui si stava avendo a che fare, ma anche e soprattutto di vedere qual è la quantità di materiale incagliata attorno alla resina che si è riusciti ad eliminare togliendo quindi tutta la parte di taglio che rendeva impura la sostanza nel suo complesso.

Un simile processo unito all’esperienza permetterà di capire quando si possa avere a che fare con un ottimo prodotto e quando invece il fumo in questione sia di qualità bassa e quindi anche pericolosa.

Una nota da ricordare infatti in relazione alla necessità della purificazione è che spesso fare uso della sostanza quando essa contiene ancora i materiali adulteranti potrebbe essere molto dannoso per la salute. Ricorda dunque di seguire tutte le dritte di questo articolo per essere certo di fare uso di hashish al massimo della purificazione e della naturalità.

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