La pianta di marijuana è senza ombra di dubbio una delle piante più famose di tutto il mondo, e anche una di quelle più apprezzate dagli appassionati. Che la si chiami erba o ganja, kief o cannabis, una cosa è certa: spesso ci si riferisce alla pianta di maria per le sue infiorescenze, la cui assunzione avviene spesso in ambito tendenzialmente ricreativo.

Ma quali sono le motivazioni del successo delle piante di marijuana? E che cosa bisogna sapere sulla pianta maria, prima di acquistare i prodotti derivati?

I nostri esperti hanno cercato di riassumere tutto quello che dovresti sapere sulla pianta di marijuana in una pratica guida che ti consigliamo di leggere con attenzione. Alla fine, diventerai un vero e proprio esperto delle piante di cannabis!

Pianta di marijuana, perché è così famosa?

Non giriamoci intorno: se la pianta di marijuana è così famosa, è perché le sue infiorescenze femminili sono utilizzate in tutto il mondo per finalità ricreative.

Il merito è di uno dei principi attivi della pianta, il THC: il tetraidrocannbinolo può essere presente in diverse proporzioni nelle piante di marijuana, e la sua concentrazione determina quello è che l’effetto psicotropo e psicoattivo che molte persone ricercano nel momento in cui consumano cannabis.

Insomma, per farla breve, se dopo aver assunto cannabis si ha un’alterazione delle proprie percezioni psicofisiche, il merito (o la colpa, a seconda di come la pensi) è proprio del THC.

Ma quanta percentuale di THC è necessaria affinché si determinino degli effetti facilmente avvertibili nel proprio organismo?

In realtà, non è possibile stabilire un limite oltre il quale si può andare incontro a qualche conseguenza psicotropa “tangibile”. Molto dipende infatti da individuo a individuo, e dalle modalità di assunzione. Certo, le varietà più forti, in cui il THC è presente anche intorno al 20%, determineranno sicuramente più effetti delle varietà più tenui, in cui invece questo principio attivo non supera il 4-5%.

Cannabis legale

Si tenga poi conto che la cannabis legale – come quella che puoi acquistare sul nostro sito – ha THC sotto i massimi consentiti dalla legge, che indica nello 0,2% il quantitativo massimo di tale principio attivo. Ne deriva che la cannabis light, per le sue caratteristiche compositive, non può mai produrre effetti di alterazione nell’individuo che ne fa utilizzo, rendendo così più sereno e sicuro il suo consumo.

Di contro, la marijuana legale è ricca di un altro principio attivo, sicuramente più benefico, il CBD. Per certi versi, il CBD fa… l’opposto del THC: se uno determina euforia e eccitazione, tanto da essere indicato solamente nelle ore diurne, il CBD determina invece rilassatezza, allontanando ansia e stress. E, a certe dosi, può anche essere vagamente soporifero, inducendo così uno stato di riposo e di sonno.

Quali sono le tipologie di pianta di cannabis?

Se vai alla ricerca di informazioni su marijuana pianta o sulla pianta di cannabis, troverai scritto che le varietà di marijuana sono tre: la cannabis sativa, la cannabis indica e la cannabis ruderalis, con quest’ultima – di identificazione più recente – che spesso viene trascurata da molti approfondimenti sul tema.

Cerchiamo di valutarne in sintetica le principali caratteristiche.

Cannabis sativa

Cominciamo con la cannabis sativa, la cannabis maggiormente tipica delle zone tropicali e equatoriali, calde e umide. I principali antenati di questa pianta si trovano infatti in Messico e nella parte meridionale dell’India, in Thailandia e in alcuni Paesi africani.

Le piante di cannabis sativa possono facilmente raggiungere i quattro o i cinque metri di altezza, prefigurandosi come veri e propri alberi. Le foglie sono piuttosto ampie e abbondanti. Il risultato è l’ottenimento di infiorescenze che hanno degli effetti cerebrali piuttosto intensi, di natura stimolante ed euforizzante. Non a caso è una tipologia di cannabis che viene preferita da coloro i quali desidera ottenere una creatività maggiore in campo artistico e sociale.

Cannabis indica

Evidentemente ben diverse sono le caratteristiche della cannabis indica, che risulta essere principalmente originaria delle aree più fredde, come quelle della catena montuosa dell’Hymalaia. Si tratta di piante che ambiscono a una maggiore luce, e che possono tollerare la siccità. La pianta è di dimensioni più contenute rispetto a quella sativa, con un’estensione che di norma non supera il metro e mezzo di altezza.

L’effetto che si può ottenere dalle infiorescenze di cannabis indica è tendenzialmente corporale. I ricchi quantitativi di CBD contenuti nella pianta permettono infatti di ottenere un riscontro sedativo e rilassante, tanto che i prodotti derivati da questa pianta trovano spazio anche a scopo terapeutico, per poter alleviare dolori e fastidi di varia natura.

Cannabis ruderalis

Arriviamo così alla cannabis ruderalis, che è maggiormente tipica di alcune zone della Russia settentrionale. Le caratteristiche proprie di questa varietà – scoperta più recentemente, nella prima parte del Novecento – permettono di valutarne un’altezza ridotta e dimensioni contenute delle foglie.

Come intuibile, questa varietà è molto resistente ai climi rigidi, ed è anche particolarmente in grado di proliferare ovunque vi sia del terreno utile a disposizione. È infatti facile trovarla in natura, anche in maniera spontanea.

Per quanto concerne i prodotti derivati, è possibile ottenere delle varianti genetiche ibride, contraddistinte da elevate dosi di CBD.

La foglia della pianta di marijuana

Se esiste un simbolo universalmente riconosciuto della pianta di marijuana, questo è sicuramente la foglia.

Dalla struttura tipica a ventaglio, o palmata, ha un’organizzazione simmetrica e una modalità di crescita a “coppia”, sia dal fusto principale che dalle relative diramazioni.

Ciò premesso, non mancano comunque le differenze estetiche tra le foglie della cannabis sativa e quelle della cannabis indica. In particolare, nelle prime le foglie sono più strette e separate tra di loro, mentre nel caso della cannabis indica le foglie risultano essere molto più ampie e tozze.

Per quanto concerne poi le spiegazioni alla base di questa particolare forma, è presto detto: vi è infatti una motivazione del tutto funzionale, considerato che questo tipo di estetica delle foglie favorisce la capacità di assorbimento di una maggiore luce, veicolando così l’energia e i componenti nutritivi alla pianta. Insomma, grazie alle foglie a ventaglio la cannabis riesce a sfruttare maggiormente la fotosintesi e, dunque, riesce a mantenersi in vita e a svilupparsi.