Cannabis e marijuana: la storia e la legalizzazione in Italia

L'origine della cannabis e marijuana è molto lontana nel tempo, tanto che fonti storiche documentano i primi reperti a ben 10.000 anni fa. Peraltro, una delle primissime evidenze che è emersa in sede di ricostruzione storica è che gli utilizzi della cannabis furono subito molto diversi: c'era chi la fumava, chi la impiegava come medicina, chi – come i Fenici - per tessere le vele delle navi (Cristoforo Colombo ne prese spunto per le sue caravelle). Gli Sciiti la vaporizzavano inalandone i fumi.

Per vederla arrivare in Europa bisognerà comunque aspettare il 500 a.C.: è in questo periodo che nell’attuale Berlino furono ritrovati alcuni semi di cannabis all'interno di un'urna, sebbene non sia ancora chiaro quale fosse lo scopo.

Una cosa è certa: gli effetti positivi della cannabis ne favorirono una rapidissima diffusione in rilevante parte della popolazione, spingendo il Papa a vietarne l'uso nel 1884, sebbene con alterni successi.

La storia della cannabis

Ben presto la cannabis divenne amatissima da intellettuali e artisti. A Parigi sorse addirittura il celebre Club dei Mangiatori di hashish, che ebbe tra i suoi capostipiti Hugo, Baudelaire e Dumas, i quali pare passassero le loro notti a fumare e discutere.

Naturalmente, la cannabis si è nel tempo rivelata molto utile anche per tantissime altre funzioni: forse non tutti sanno che la prima Bibbia stampata da Gutenberg fosse stata prodotta con fogli di carta di canapa, così come la Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti.

La scoperta del THC e del CBD

Come noto, buona parte del successo della cannabis deriva dalla sua capacità di determinare degli effetti psicoattivi sull’organismo, grazie al THC.

Fu Raphael Mechoulam  a scoprire questo principio attivo negli anni '60. Considerato peraltro che al tempo la cannabis era illegale, questo costrinse il chimico a effettuare le sue ricerche di nascosto, perché la scienza non aveva molta documentazione inerente a questa pianta.

I risultati positivi convinsero però il governo israeliano a dargli il benestare per la prosecuzione delle sue ricerche, permettendogli così di scoprire i famosi principi attivi della marijuana: THC e CBD. Il suo approccio scientifico è stato molto interessante perché scevro da preconcetti e limitazioni, concentrandosi invece sul rapporto tra i recettori dell'organismo e la loro attivazione dalle sostanze interne alla cannabis.

In pratica, Mechoulam scoprì che non è la marijuana in sé a generare sensazioni di sballo, ma i recettori stessi del proprio corpo, situati per la maggior parte nel cervello. Con tali intuizioni, Mechoulam è ben considerabile come un vero e proprio pioniere nel suo campo: i suoi studi sono stati fondamentali affinché la ricerca progredisse e svelasse i misteri della cannabis.  

Gli effetti della cannabis e marijuana legale

La cannabis appartiene alla famiglia delle cannabaceae. Le specie più conosciute di marijuana legale sono la sativa e la indica, diverse per morfologia e origine. Gli esperti inseriscono però anche una terza specie, la Ruderalis proveniente dalla Siberia ma poco comune in Occidente rispetto alle precedenti.

In ciascuna variante è comunque possibile trovare i suoi principi attivi, in diverse quantità. Proviamo a conoscerli meglio.

THC

Il THC stimola la sintesi della dopamina nel cervello comportando euforia, rilassamento, fame chimica, alterazione della coscienza spazio-tempo e delle funzioni sensitive. Allo stesso tempo il THC è responsabile della diminuzione della sintomatologia dolorosa ed è per questo che viene impiegata in campo terapeutico ma questo è un altro discorso.

CBD

Il CBD è un principio attivo non psicoattivo e va a incrementare le proprietà antidolorifiche del THC, riducendo tutti gli effetti negativi di quest'ultimo su parametri vitali come battito cardiaco e respirazione. Si potrebbe dire che il THC e il CBD siano fratelli agli antipodi, in quanto mentre il primo provoca molti benefici ma anche tanti disturbi come l'ansia e la paranoia, il CBD non induce alcuna modifica dell'aspetto emotivo.

Adesso che conosci gli sviluppi di entrambi i principi, capirai che gli effetti della marijuana non hanno nulla a che vedere con gli effetti della marijuana legale. Quest'ultima deriva infatti dalla canapa sativa, da cui vengono scelte le infiorescenze con valori molto bassi di THC, sotto lo 0,2%, con punte massime di 0,6%. Al contrario, il tasso di CBD è molto alto (di norma sopra il 4%).

Il risultato della selezione di cui sopra è una cannabis non più stupefacente, utilizzabile per diversi scopi. Nulla cambia del suo aspetto visivo, poiché molto simile alla marijuana comune: ciò che cambia sono i suoi effetti e la sua struttura chimica.

L'Italia ne ha permesso l'uso gradualmente solo nel 2016, permettendo quindi anche una coltivazione domestica della canapa. L'unica limitazione è che il consumo non deve essere a scopo ricreativo ma prettamente medico o domestico. Puoi coltivarla e metterla in bella mostra nel tuo salotto, mangiarne i semi proteici, tritarli per una torta e tanto altro!

Legalizzazione cannabis Italia: quali sono le leggi?

La legge di riferimento per la cannabis legale Italia è la n. 242/2016, che concede il permesso di coltivare e vendere la cannabis con una percentuale di THC tra lo 0,2% e lo 0,6%. La compravendita per uso ricreativo è vietata ed è un reato, e chi verrà scoperto a infrangere il quadro normativo in vigore sarà costretto a pagare una sanzione amministrativa.

Ricordiamo che così facendo il legislatore ha di fatti aperto alla produzione e alla vendita della cannabis light che, come abbiamo visto, non provoca alcun tipo di effetto collaterale. Le tracce di THC sono di fatti irrisorie, e questo determina la totale mancanza di effetti psicoattivi. Ad ogni modo, non è comunque escluso che le tracce di THC, anche se minime, siano intercettate in test antidroga.

Come acquistare marijuana legale  in Italia?

L'unico modo che hai per acquistare la marijuana legale in Italia è farlo in un negozio specializzato e attraverso un sito internet come il nostro, che vende semi e prodotti con questa sostanza.

Negli shop specializzati troverai varietà diverse con il proposito di soddisfare una tua precisa esigenza in fatto di gusto o profumazione. Ovviamente, questa differenza non va a modificare i livelli dei principi attivi, sempre rispettosi dei limiti di legge, ma potrebbero cambiare per aromi e profumi.

Inoltre, troverai anche prodotti per la creazione di biscotti, torte, pasta e pane, con buon contributo proteico e facile digeribilità. Ricordiamo anche che la canapa può essere utilizzata in ambito industriale per la produzione di abbigliamento o materiale isolante.

Cannabis legale e terapeutica: le differenze

Alcuni tendono a confondere la cannabis legale con la cannabis terapeutica ma c'è una sostanziale differenza: quella legale non viene utilizzata a fini medici! La canapa terapeutica, infatti, ha una concentrazione di THC tra il 7 e il 22%, in netto contrasto con quella legale, in cui il contenuto di THC non può eccedere lo 0,6%.

La differenza è anche nella modalità di acquisto: la cannabis legale può essere acquistata da chiunque e senza alcun tipo di certificato medico, mentre la cannabis terapeutica è concedibile solo dietro prescrizione medica.

Cambia pertanto caratteristica e finalità dell’assunzione: la cannabis terapeutica non ha effetti blandi come quella light, ma molto più forti e incisivi, e non sorprende dunque che venga usata da soggetti affetti da malattie osteo-articolari, cancro e altre patologie gravi.

La differenza con gli altri Paesi

Il nostro Paese non è certo l’unico che nel corso degli ultimi anni si è mosso verso la legalizzazione della cannabis. Per esempio, nell'ottobre del 2018 il Canada ha legalizzato la cannabis anche ad uso terapeutico, permettendo ai cittadini maggiorenni di acquistare la marijuana nei negozi oppure di coltivarla per un massimo di 4 piante.

Negli USA, alcuni Stati come il Colorado e Washington hanno legalizzato la cannabis e hanno osservato il fenomeno per capire se fosse effettivamente la scelta giusta. In uno studio effettuato su 3000 adulti fumatori di cannabis, è stato riscontrato che questa sostanza sia stata utilizzata per sostituire farmaci antidolorifici da banco e alcol, alleviando così la sintomatologia dolorosa.